Sovranità illusoria

Si arriva al giorno delle votazioni per esprimere chi governeràil grande potere politico, economico, di sviluppo di molti enti locali e delle regioni che, come gli stati, ambiscono a un’autorità che giustifichi la definizionedi “federale” che impropriamente diamo al nostro stato. Non abbiamo sentito alcun dibattito, alcun programma effettivo, alcun confronto su ipotesi di lavoro, né discorso che non fosse, nel migliore dei casi,  generico e comunque non confacenteagli scopi di questa consultazione popolare. Ma ci si dice comunque: votate, votate, bisogna votare. Forse per fornire l’alibi a una sentita mancanza di legittimità, la giustificazione di un potere palesemente mal gestito, l’accettazione di un costume politico ed etico assai condannabile. L’unico modo per dare dignità al voto è di rendere chi lo esercita detentore reale di un potere, pur limitato nel tempo e nelle conseguenze, che renda meno falsa l’illusione democratica, meno inerte questa democrazia formale, ma nonsostanziale, menospettatore e più protagonista l’elettore, cui si racconta la favola della sua sovranità. C’è da colmare il grande vuoto esistente tra populismo e democrazia e questo da parte di tutta una classe politica, chi più e chi meno, abituata al rito democratico che copre le tristi verità del potere.

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1 Response to "Sovranità illusoria"

  • Pietro Di Muccio de Quattro says:
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