Un centro destra europeo

Ho inviato al Direttore di Fare futuro web, in data 19 aprile u.s. questa  lettera che ritengo di porre a conoscenza dei miei amici che seguono il blog anche per sentire le loro opinioni.

Gentile direttore,

Sono stato parlamentare prima della Dc e poi, dopo una lunga sosta da me stesso decisa, di Forza Italia, alla Camera e al Senato. Sono stato anche per tradizione familiare e per convinzioni personali ben lontano dal Movimento sociale italiano ed anche da A.N. pur guardando con molta attenzione alla sua evoluzione. Anche se vedevo, a livello di territorio, con molte perplessità, i comportamenti della sua dirigenza locale.
Ho però, nel tempo dell’alleanza nella Casa delle libertà, guardato l’evoluzione della politica finiana con seria attenzione e riflessione. Anch’io sono un ex adolescente, più anziano di Fini, che ha avuto tanta passione ed impegno politico e per questo ritengo di valutare l’attuale posizione di Fini, cercando di comprenderne le ragioni.
Mi pare che, senza gli equivoci centripeti di Casini, vada intesa come l’unico modo per dare al centrodestra una reale prospettiva di livello europeo, consolidata culturalmente nel sistema di una democrazia reale e non solo formale, capace di riformare profondamente non solo le istituzioni ma anche le politiche.
Senza ipoteche personali, pensando ad un Paese forte più che a una persona forte.
Mi chiedo, da come si esprime la stampa ed anche voi stessi valutate la situazione, se questa tematica riguardi solo gli “ex di A. N.”.
Non ho nulla contro Berlusconi cui voglio personalmente bene e che considero un personaggio di altissimo livello (ed io ne ho conosciuti direttamente molti in tanti anni di attività).
Ma quando lo vedo circondato dalla “Trimurti” che governa il Pdl e guardo con serena attenzione il seguito dei “fedeli per forza”, riconoscenti del loro proprio esistere politico, ma che considerano la riconoscenza non come il riconoscimento ma come obbedienza cieca ed assoluta di Guareschiana memoria, allora mi chiedo dove stiamo andando.
Mi chiedo anche perché le grandi doti di Silvio Berlusconi siano zavorrate in così malo modo, contro il suo stesso interesse politico. A quello economico fortunatamente ci pensa da solo e con una dirigenza ben diversa da quella politica, nelle sue aziende.
Allora, come molti altri cittadini, come quelli che non votano o votano bianco per rassegnata protesta o, in parte non piccola, per la stessa ragione votano Lega nord, cerco di intravvedere uno sbocco politico che consenta una prospettiva.
Cerco allora di togliere i volti dei proponenti dai loro stessi progetti politici, dalle dichiarazioni, dai commenti, di valutare i discorsi e le proposte di Berlusconi e di Fini prescindendo da loro stessi, dalle loro carriere e dal loro passato, valutandoli il più neutralmente possibile. Come cercano di fare tanti cittadini, più di quanti non si creda, di altra esperienza ed estranei alla tradizione di A.N., con serenità.
Cerco di vedere un progetto per un Paese stabilmente democratico, dove si possa parlare di politica senza acrimonia e demonizzazione, dove una democrazia realmente praticata e vissuta sia anche efficiente, dove l’etica non sia ritenuta da taluni inutile orpello da altri patrimonio di parte, dove la politica riprenda il suo ruolo di primato responsabile, dove la cultura, il senso dello Stato, il riconoscimento di una comune identità non siano in contraddizione con le autonomie territoriali e le loro collegate responsabilità. E dove i poteri si contrappongono legittimamente tra loro in un equilibrio utile alla libertà dei cittadini.
I problemi del Paese, al nord e al sud, non possono essere risolti taumaturgicamente dalla semplice definizione di stato “federale”.
Non so se queste esigenze ci stiano tutte nelle dichiarazioni di Fini. So però che, nel centrodestra, non le trovo altrove.
Per questo in quel messaggio ritrovo un po’ della speranza che ho avuto con il primo Berlusconi. Ecco perché sarebbe un errore gestire una volontà positiva, sia dentro che fuori dal Pdl, pensando solo agli ex aennini.
Fini deve rivolgersi, oltre ai parlamentari pur preziosi soprattutto in questa fase, al resto del Paese, a tutti coloro che vedono con delusione l’essere venuta meno la grande speranza un tempo fatta nascere con seducenti promesse.
So bene che qualunque messaggio può essere oscurato e alterato, nella stampa e nelle tv, dai potenti e dai loro docili dipendenti. Ma anche la Lega è cresciuta senza il favore della stampa e della tv, ed allora Internet era meno importante di oggi.
La sinistra sta vivendo una crisi assai dannosa per gli equilibri del sistema democratico. Che il centrodestra, in una sua parte più attenta, risvegli la sensibilità verso i problemi veri dello Stato è un merito rispetto a tutto il Paese.

Aventino Frau.

 

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