il pungitopo

Che bello senza leggi

Berlusconi comunica, alto e forte, che governare con questa costituzione è un inferno, non se ne può più. Che la nostra carta debba essere rivista in alcune parti e modernizzata ne siamo profondamente convinti. Del resto la stessa carta contiene le regole per le sue modifiche.  L’unico “guaio” è che la stessa prevede anche un metodo democratico e condiviso per realizzare i cambiamenti, tramite il Parlamento, con doppia lettura e votazione. In sostanza con le regole. Berlusconi ne è a tal punto convinto che aveva tentato di farlo e con successo, in Parlamento. Ma è stato sconfitto nel referendum successivo con un voto che mi è parso sbagliato e politicamente aprioristico.
La costituzione anche se appare a Berlusconi un tormento è però la carta sacra della nazione, è alla base di tutti gli Stati, la legge fondamentale cui le altre devono riferirsi.   Certo governare con le leggi è faticoso, fastidioso, esse creano limiti al potere, consentono le opposizioni ed il dibattito democratico, stabiliscono le regole che, una volta approvate, valgono per tutti. Per ottenere le costituzioni le lotte popolari furono violente e sanguinose, contro i sovrani di Inghilterra, i re di Francia e di Spagna, gli zar di Russia e così via. Senza contare ciò che avvenne per la costituzione degli Stati uniti d’America.
Le regole chiedono fatica, pazienza, dibattito, compromesso: ma danno risultati più duraturi e tendono a mantenere la pace interna ed esterna.  Se si fanno funzionare.  Danno però fastidio a chi ha fretta, vuole l’efficienza del suo proprio potere, si infastidisce nel confronto, ama la fiducia e l’obbedienza degli altri.
Mussolini, Franco, Hitler, Lenin e Castro e tanti altri la costituzione l’hanno tolta di mezzo modificandola o non rispettandola.  I tempi cambiano, ma il fastidio per le regole rimane, pericolosamente.
La nostra costituzione è nata dopo una dittatura che non aveva più neppure il Parlamento a suo tempo definito dal duce una “aula sorda e grigia”.   A volte lo è davvero e ci fa arrabbiare. Vanno cambiate molte regole e ci hanno provato a sinistra ed a destra. Ma è lo spirito, la volontà che ispira i cambiamenti a determinarne la qualità ed il successo. 
Si può infatti anche utilizzare un’aula sorda e grigia ed illuminarla con un Parlamento di uomini liberi, che rispondono al popolo, lo rappresentano, almeno fino a che, e talvolta è successo, un pifferaio magico non lo trascini altrove. Per qualche tempo.

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