Tra evasione e condoni

Ogni giorno ha la sua pena nel nostro bel paese, angustiato da tante difficoltà, soprattutto di buon governo. Ora il tema è quello del possibile condono, (fiscale, immobiliare?) non si sa bene. Si apre quindi un duro confronto tra chi lo vuole e chi no, che significa sostanzialmente tra maggioranza e opposizione e parti della stessa maggioranza. Se ne parla sia in termini etici sia di concretezza, in un paese in cui tutti, sinistra, centro, destra hanno fatto condoni.
Non ci sono verginità in materia, anche se va detto che ogni volta si affermava che sarebbe stato l’ultimo. L’esistenza del condono presuppone l’esistenza della evasione fiscale, in questo caso. Poi ci sono anche i condoni penali: per sfoltire le carceri.
L’evasione fiscale, più o meno raffinata, più o meno scientifica e ben assistita da abili commercialisti, è una specialità del nostro paese che addirittura l’ha tolta dal “reparto” degli atti illeciti per inserirla in quello dei diritti e dei legittimi interessi. Perché la gente non vuole pagare le tasse e le paga solo se obbligata? Le ragioni sono parecchie.
La prima è che la pressione fiscale è molto alta, ai limiti della sopportazione. Ogni cittadino, che le tasse le paga, ha nello Stato (con regioni, province, comuni) un socio al 50% e quindi lavora al 50% del suo tempo per mantenerlo. Quattro ore su otto, se lavora solo quelle. Tutto ciò per non avere adeguati servizi, come avviene negli altri paesi con forte pressione fiscale.
Infatti, ed è la seconda ragione, si trova di fronte una macchina statale sostanzialmente inefficiente e costosa, pletorica, piena di sprechi e vuota di controlli, burocratica e farraginosa, che si alimenta di regole spesso inutili, di oneri per i cittadini che giustificano la sua esistenza. Per il cittadino dunque lo Stato è indispensabile, (basti pensare alla pubblica istruzione, alla sanità, alle infrastrutture, alla ricerca, alla difesa) e al tempo stesso è simbolo di cattiva politica, di mala gestio.
La terza ragione è che esiste una cattiva cultura civica, che, contrariamente ad altri paesi di cultura protestante, considera il bene comune non come il bene di tutti i cittadini, ma come un bene di nessuno, o di altri cui ognuno di noi è disinteressato. Perciò chi evade e considerato un furbo, un legittimato, uno che sa vivere. Cosicché ne nascono dai veri professionisti della evasione che vivono alle spalle di altri, magari anch’essi non del tutto virtuosi ma obbligati al comportamento corretto.
Così ogni tanto lo Stato va in difficoltà, soprattutto per colpa della sua stessa classe dirigente, del sistema che ha immense falle, che esprime una concezione errata, clientelare, di una democrazia piena di diritti e scarsa di doveri. Tutto ciò rende lo Stato debole, addirittura vittima degli evasori, e lo costringe, ogni tanto, a rimediare un po’ di soldi facendo i condoni, che sono il riconoscimento (salvo rare eccezioni) della capacità dei furbetti del fisco, dei mangia pane a tradimento.
Dobbiamo riconoscere che, pur in dimensioni minime, ci siamo dentro un po’ tutti. Anche le famiglie con gli artigiani, con i professionisti, con quelli che possono evadere con più facilità. Anche queste evasioni incidono ma non sono neppur lontanamente paragonabili a quelle commerciali, alle grandi transazioni, a quelle immobiliari e quant’altro.
Comunque il condono è uno strumento sbagliato e immorale, perché stimola ulteriore evasione. Anche se spesso è necessario, non solo per rimediare a situazioni finanziarie congiunturali come vuole sempre apparire, ma per sanare temporaneamente l’incapacità della classe dirigente del paese, politica, sindacale, giudiziaria, amministrativa a gestire il paese stesso guardando al presente e al futuro, prevedendo le malattie anziché procurandole.
Ma, tutto ciò è colpa solo degli eletti, che certo non sono un bell’esempio, o anche degli elettori che, in modo più o meno diretto, li esprimono e li votano? Sono quei cittadini che si accorgono del mal fatto solo quando i problemi mordono anche loro, direttamente. E poi, superato il momento, se ne scordano, continuando a pensare che i furbi potranno sempre trovare… un futuro condono.

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1 Response to "Tra evasione e condoni"

  • Aurelio Napolitano says:
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