Ringraziamenti

Ringrazio per i vari commenti in dissenso sul mio post, dopo il discorso di fine anno del presidente Napolitano.
Mi permetto, su quella base, qualche breve nota che mi nasce spontanea.
A Maffei faccio osservare che i programmi di Governo non riguardano l’azione del Presidente della Repubblica, che quindi non può essere tardiva. Riguardano il governo e il Parlamento che da destra a sinistra ha votato tutti i provvedimenti. A Capodanno il presidente rivolge gli auguri agli italiani, tracciando una sintesi dei problemi del paese. Certo, lo fa davanti un popolo che, secondo Maffei, è così intelligente da capire che “lo stile non si mangia “che ricorda la simile frase di Tremonti che “la cultura non dà da mangiare”. Che popolo acuto e intelligente avremmo se, molti la pensassero così. Che progressi avremmo avuto in Europa e nel mondo, senza cultura, senza stile che ne è conseguenza. Certo nel pianeta delle scimmie, tutte mangiavano, come del resto mangiamo noi, magari con più stile. Non credo che il nostro Maffei sarebbe lieto di una simile società.
All’amico Gilli vorrei chiedere se, con coscienza e conoscenza, mi sa indicare il nome di un capo dello Stato, e non solo italiano, eletto dal Parlamento o dal popolo, che sia stato garante e “neutro”. Garanti della Costituzione più o meno tutti, ma neutro? Quasi fossero uomini senza storia, senza passato, senza idee. Gente vissuta in un altro Stato, forse in un altro pianeta. Il Presidente, al di là delle parole, è presidente della Magistratura, della Difesa, nomina i governi e tanto , tanto altro ancora. E Gilli lo vorrebbe “neutro”?

E infine Gianni Porzi di cui già ben conoscevo l’opinione su Napolitano. Il suo è un corretto giudizio sul passato, abbastanza lontano, di una persona, di un’epoca che non abbiamo condiviso, che abbiamo combattuto. Certamente si può credere o non credere allo sviluppo delle idee di un personaggio politico, ma non mi pare giusto giudicare il passato ignorando il presente. Il dissenso di Gianni mi sarebbe apparso accettabile, sulla bocca di un parlamentare, prima della votazione alla Presidenza, per votare no. In tal caso sarebbe stato un legittimo criterio per decidere la votazione. Ma, ad un uomo razionale come Porzi, chiedo se il mio giudizio di stile fosse rivolto alle persone e alla storia del Presidente o piuttosto al suo comportamento attuale, al contenuto del suo messaggio, all’analisi effettuata. Tutti i politici, più o meno grandi, hanno storie controverse, comportamenti e giudizi sbagliati, come peraltro sbagliati sono spesso quelli di chi li giudicava.
Giustamente la storia personale di ognuno va ricordata: è il nostro memoriale degli errori.
Non dobbiamo però dimenticare che uno dei problemi più gravi del nostro Paese è stato nella divisione politica, frutto della guerra civile del 43-45. Erano tempi drammatici per tutta l’Europa, ma particolarmente per l’Italia dove si espresse con violenze e dolori.
Ritengo che un forte residuo di tali memorie storiche sia ancora in molti di noi, i più anziani.
A parte i giudizi che toccano agli storici e che saranno assai severi, e le stesse sentenze già emesse (come la fine della esperienza comunista in tutta Europa, Russia compresa,) ora il mondo si trova con ben altri problemi e ben altre prospettive. Ritengo quindi, senza mutare giudizio su quegli eventi, che essi vadano superati e le persone valutate per l’attualità di ruoli e pensieri. Ad esempio, per quanto riguarda l’europeismo di cui Napolitano da molto tempo è chiaro sostenitore, dobbiamo ancora imputargli che, come per tutti i parlamentari comunisti del tempo, negli atti costitutivi europei, appare la firma di Napolitano, come contraria alla costituzione dell’Unione Europea?
Credo, pur apprezzando la coerenza di Porzi, bisogna fare uno sforzo per distinguere ruoli, tempi, situazioni. Se agli storici compete la visione documentata e la narrazione del passato, ai contemporanei, ai politici, ai critici, agli osservatori compete il presente e per quanto possibile, una intuizione di futuro, senza dimenticare che nella storia, non ci troviamo, come nella matematica, nella chimica e nella fisica di fronte ad una scienza esatta. Ma di fronte ai comportamenti, ai pensieri, alle idee di uomini, artefici e vittime delle intemperie della vita.

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