Porcellum

Finita la fase elettorale, durante la quale la gente si è illusa di contare qualcosa e il termine democrazia è stato abusato e violentato, ora si parla d’altro – o meglio – del solito: le riforme.
Ma quali riforme in un Paese in cui la dirigenza politica si guarda bene dal volerle, ha espropriato il popolo pure del diritto di eleggere il Parlamento, ha fatto del Parlamento stesso una corte di amici, familiari, collaboratori, segretarie purché belle, amichette di varia natura, necessariamente obbedienti e senza diritto reale di parola né di voto. Questa legge elettorale, chiamata “porcellum” con grande offesa per il maiale, ha un marchio di fabbrica: Calderoli e quindi Lega. Il popolo ha ringraziato con ampi consensi. Perché  allora temere il giudizio del popolo? Quello -pensano – se non è porcello è bue, e non protesta. Mentre dovrebbe essere toro ed incornare chi lo prende in giro.
La prima riforma da fare è proprio la legge elettorale. Bisogna ridare al popolo quel minimo di potere che aveva fino alla legge Calderoli.
Ma chi comanda – salvo pochissime voci come quella di Fini – non ha alcun interesse a dare potere al popolo, riducendo quello dei nuovi dittatori, oligarchi senza freni e pudore, né etico né politico. Perché rinunciare a mettere a carico dello Stato “amichetti ed amichette” con gli onori (una volta!) del Parlamento o addirittura del Governo? Non interessa né a destra al PDL, né a sinistra al PD, né alla Lega né a Di Pietro. Ai loro capi va bene così. Al popolo deve bastare qualche rutilante comizio, qualche show, qualche illusione, l’avere un leader carismatico che li alimenta.
Teniamoci dunque porcelli e porcellum, e che ci basti!

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2 Responses to "Porcellum"

  • paolo zattoni says:
  • Lasciatemi dire says:
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