Mag
9
Figli e figliastri
Molti osservatori guardano con attenzione allo sviluppo delle vicende siciliane, soprattutto dopo l’unanime voto della direzione del Pdl a conferma della riconosciuta monarchia berlusconiana. Infatti ci si chiede, retoricamente, se il capo non abbia figli e figliastri, cattivi da perdonare e altri da punire.
Già era successo in passato, alle elezioni amministrative, meno controllabili delle regionali e delle politiche, dove i parlamentari si nominano.
Qualche ribelle veniva espulso dal partito, (caso Sironi a Verona, qualche altro confermato al governo (caso d’Alì in Sicilia). A fronte degli stessi comportamenti.
Ora vi è il caso Miccichè, che nientemeno costituisce un pre-partito della Sicilia e del sud, si allea con il ribelle presidente regionale Lombardo sostenuto anche dal Partito democratico, ha i suoi uomini nella giunta regionale dove si è costituito un gruppo autonomo dal popolo delle libertà ma con gente ancora formalmente del Pdl. Miracoli della Sicilia anche durante il governo del potente re Silvio. Infatti Miccichè che è sempre autorevole e potente (gestisce il CIPE), membro del governo come la sua collega ministro Prestigiacomo che con lui condivide le idee e i progetti, non ha avuto alcuna scomunica e tanto meno sanzione, sta portando avanti l’organizzazione della operazione “secessionista” tutta siciliana che ricorda l’antica operazione Milazzo.Molti osservatori guardano con attenzione allo sviluppo delle vicende siciliane, soprattutto dopo l’unanime voto della direzione del Pdl a conferma della riconosciuta monarchia berlusconiana. Infatti ci si chiede, retoricamente, se il capo non abbia figli e figliastri, cattivi da perdonare e altri da punire.
Già era successo in passato, alle elezioni amministrative, meno controllabili delle regionali e delle politiche, dove i parlamentari si nominano.
Qualche ribelle veniva espulso dal partito, (caso Sironi a Verona, qualche altro confermato al governo (caso d’Alì in Sicilia). A fronte degli stessi comportamenti.
Ora vi è il caso Miccichè, che nientemeno costituisce un pre-partito della Sicilia e del sud,
si allea con il ribelle presidente regionale Lombardo sostenuto anche dal Partito democratico, ha i suoi uomini nella giunta regionale dove si è costituito un gruppo autonomo dal popolo delle libertà ma con gente ancora formalmente del Pdl.
Miracoli della Sicilia anche durante il governo del potente re Silvio.
Infatti Miccichè che è sempre autorevole e potente (gestisce il CIPE), membro del governo come la sua collega ministro Prestigiacomo che con lui condivide le idee e i progetti, non ha avuto alcuna scomunica e tanto meno sanzione, sta portando avanti l’organizzazione della operazione “secessionista” tutta siciliana che ricorda l’antica operazione Milazzo.
Dove sono le severità dense di valori morali dei probiviri del partito e l’occhiuta vigilanza del severo Bondi, miope ma solo quando così vuole il suo capo, e le severe affermazioni dello stesso presidente Berlusconi, sulla necessaria obbediente unità del partito. Una unità lesa addirittura dalle semplici ed aperte dichiarazioni di Fini sulla necessità di dibattito e di confronto interno?
Certo ai capi è sempre consentito il diritto di concedere la grazia: che però dovrebbe venire dopo una condanna che non esiste e non si vede all’orizzonte. Le condanne vanno bene solo in alcuni casi.
Mi torna alla mente un aneddoto, non so se vero ma certo verosimile, sul presidente Bush.
Gli parlavano dell’indegno comportamento di un capo di Stato che ne faceva di tutti i colori: rubava, torturava, affamava il popolo, riempiva le carceri di semplici dissidenti e quant’altro ancora. Ma Bush osservava che era un amico degli Stati Uniti. “Ma presidente quello è uno di cui vergognarsi, è un figlio di……” E Bush di rimando “si è un figlio di….. ma è un nostro amico”.
Nonostante ciò fu successivamente tradito dallo stesso.