Conoscere almeno i vicini

L’esplosione nordafricana, a parte gli effetti di contagio, ha preso tutti di sorpresa. Sembrava imprevedibile che dalla piccola, turistica Tunisia, partisse l’onda rivoluzionaria che sta sconvolgendo non solo il Maghreb ma anche l’Europa e non soltanto per le ondate migratorie per ora solo prevedibili e temibili
Che abbia sorpreso i cittadini europei non stupisce e per la verità è assolutamente comprensibile. Essi non sono tenuti a conoscere gli interna corporis degli altri paesi, anche se vicini. In più i cittadini pensano di essere rappresentati da grandi e costose strutture, organizzate per conoscere, sapere, intuire sulla base di notizie e di osservazioni.
Abbiamo un giustamente importante Ministero degli affari esteri, con un Ministro e ben tre Sottosegretari ed una marea di ambasciatori, di ministri plenipotenziari, di consiglieri, di addetti militari e all’informazione.
Abbiamo i servizi cosiddetti segreti, tanto segreti che non li conoscono nemmeno i ministri ai quali dovrebbero dare informazioni appunto riservate. Immaginiamo che a Tunisi, a Tripoli, al Cairo e via dicendo i nostri ambasciatori seguano le vicende locali, abbiano contatti con le varie realtà sociali, politiche e culturali del paese dove operano. Che, in sostanza, abbiano il polso della situazione e che ne informino le importanti strutture della Farnesina la quale ne informa il Ministro e questi il Presidente del Consiglio.
È vero che il Presidente del Consiglio ha sempre dichiarato che le nostre ambasciate devono essere degli uffici economici ed i nostri ambasciatori dei rappresentanti di commercio, ma dovrebbe ancora esservi una tradizione importante della nostra diplomazia che ha espresso uomini di grandissima qualità.
Sembra che nel decadimento generale del nostro paese non si salvi più nulla.
Così avviene che un pezzo di mondo salta per aria e nessuno, neanche quelli che manteniamo in loco, ne senta prima neppure l’odore se non di bruciato almeno di bruciabile.
Non pensiamo certo di impedire alle nostre ambasciate di dedicarsi ai ricevimenti ed alle altre utili attività che certo svolgono. Ma che almeno dicano al Governo, là dove stanno, che aria tira, che cosa si sospetta, quanto la gente sia felice o scontenta. Che non vi sia un grande Ministro degli esteri lo sappiamo da tempo. Ci pare più un esecutore delle volontà del vero ministro che è Berlusconi. Che la nostra politica estera si sia basata sulle pacche sulle spalle e gli inviti privati e confidenziali lo sappiamo pure.
Pensavamo però che almeno le grandi strutture dello Stato funzionassero ancora.
A meno che le loro indicazioni non siano state ignorate o sottovalutate, cosa certo possibile. In questo ci vorrebbe qualche informazione simpatica da Wikileaks.
Il dato finale è che il nostro paese non è in grado di affrontare quanto sta avvenendo,e non ci interessa l’obiezione che anche altri paesi sono in situazione difficile.
Ci interessa il nostro paese, la nostra struttura istituzionale e politica, la nostra capacità di reazione agli eventi, la nostra idonea presenza nel contesto internazionale ben oltre le spettacolarità spesso patetiche e le affermazioni a auto elogiative.
Con questo non ci interessa colpevolizzare qualcuno quanto piuttosto constatare con preoccupazione le nostre difficoltà, le criticità della nostra situazione, la pericolosità delle nostre continue inadempienze.
Se è vero che il pesce puzza dalla testa non va dimenticato che poi va marcio tutto. Questa preoccupazione dovrebbe prevalere in noi e farci affrontare, anche solo da elettori, tutte le miserie che stiamo vedendo e vivendo, processuali e politiche, personali e collettive, ma tutte poco degne di un grande paese civile.

 

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