Ago
16
Pilotati da Francia e Germania
Gli incontri tra la cancelliera Merkel ed il presidente Sarkozy, ha dato chiara l’idea della volontà di portare ordine nell’Europa dell’euro, di stabilire, assai tardivamente, alcune regole ed alcune responsabilità. Può non fare piacere che due paesi vogliono dettare norme agli altri, ma tutto questo, va riconosciuto, è colpa e conseguenza dei comportamenti degli altri. La Merkel, rappresentando il più laborioso e serio popolo tedesco, ha molte ragioni. Molte meno il presidente francese: il suo paese non naviga in buone acque e può dare poche lezioni in giro. Ma è l’erede della grandeur di De Gaulle, per non citare Mitterrand, e quindi fa sempre finta di essere una potenza di prima fila.
Tra le direttive date all’Europa (quella dell’euro, per ora) vi è quella di mettere nella carta costituzionale l’obbligo del pareggio di bilancio, l’obbligo cioè di non spendere più di quanto si dispone. La Germania, per essere credibile, lo ha fatto un paio di anni fa e lo sta rispettando.
In verità nella costituzione italiana questo obbligo è previsto e ci sarebbe già, se fosse rispettato. Infatti, l’articolo 81 della Costituzione dice “Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese. Ogni altra legge che importi nuove le maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte” (art.81 cost.). Questa norma dovrebbe essere cercata, per la sua applicazione, alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” come tante altre.
Forse anche come qualche Presidente della Repubblica, soprattutto in passato, che ha controfirmato le leggi non coperte per la promulgazione.
Certo la presenza, in modo chiaro e perentorio, di tale nuova norma, avrebbe un peso molto più significativo e cogente. Garantirebbe una tutela per il cittadino di rango più decisamente costituzionale, anche in questi momenti difficili per la tutela di ogni diritto.
Si prevede anche, dopo l’incontro franco-tedesco, la costituzione di una “governance” comune per la finanza europea, la tutela dell’euro, la corrispondenza della politica economica al suo valore reale, per rendere la moneta comune meno vittima delle speculazioni di un mercato sempre più aggressivo ed incontrollabile. Qualcuno pensa che, forse, ci si sta avviando verso una gestione un po’ più politica dell’Europa anche se, appare strano che, a propugnare questa visione, vi sia proprio la cancelliera la tedesca.
La ragione c’è ed è fortissima. L’euro esiste e ridurne o eliminarne il ruolo, il peso e la funzione è un’impresa drammatica, pericolosa e di danno per tutti.
Ma se deve rimanere (con svantaggi, ma anche notevoli vantaggi) una moneta valida e solida, deve corrispondere ad una economia valida e solida, quella dei paesi che rappresenta in modo unitario ma, necessariamente, anche dei singoli paesi, presi uno per uno.
Abbiamo anche in Italia, la lega nord innanzitutto, ed altre realtà, che protestano per l’aiuto al sud del nostro stesso Paese. Se la lega fosse tedesca sarebbe disponibile a pagare i conti di Grecia e Irlanda, di Spagna e Portogallo e Italia, con popolazioni che spendono ben più di ciò che producono?
La solidarietà ha un limite e deve essere meritata. Ogni Nord ha il suo sud, ed è sud di altri nord. Non sono forse sudisti i leghisti che non pagano le quote latte e le loro sanzioni, quasi come i cattivi gestori delle regioni e delle amministrazioni della Sicilia e della Calabria? Alla responsabilità costituzionale dello Stato tenuto ad una buona e responsabile amministrazione, deve far seguito quella delle sue articolazioni periferiche, delle strutture ministeriali e regionali, degli enti locali. La medicina è valida ed è amara. Ma la malattia è grave e pericolosissima. Bastano le chiacchiere di chi vede e sente solo l’amaro a guarire dal nostro endemico morbo?