Set
20
Imperativo: salvare Milanese
Sull’arresto dell’on. Milanese valgono le stesse ragioni che sono prevalse per l’arresto dell’on. Papa. Esiste un fumus persecutionis nei suoi confronti? La stessa Giunta per le autorizzazioni non ne ha parlato, non l’ha considerato esistente. Le scelte purtroppo saranno politiche e poco dipendenti da oggettive valutazioni. Del resto, come Papa, Milanese è un politico nominato, un ex ufficiale della guardia di finanza, dove non mancano persone intelligenti e preparate anche se troppo spesso si volgono verso finalità “poco istituzionali”. Grazie al fatto che, con questa legge elettorale ormai assai amata dai capi partito, il popolo c’entra poco con l’elezione del Parlamento. Questi signori sono nominati parlamentari. Alla faccia della democrazia.
Essi non amano la politica, sono strumentali al potere e al denaro, per sé e per i loro protettori politici. Senza contare la squalifica del ruolo di parlamentare che vede deputati e senatori, partecipare al governo che dovrebbero controllare, avere ruoli di gestione di entità pubbliche, sprezzanti del dovere di onorare il ruolo di rappresentanti del popolo. C’è addirittura un deputato che fa parte fisicamente della scorta del presidente Berlusconi. Le conseguenze politiche di queste abiure della democrazia e della dignità politica sono sotto gli occhi di tutti così come la difesa di questo stato di cose da parte di larga parte di quella classe politica, prevalentemente della maggioranza di governo.
Il possibile arresto di Milanese, per le sue imputazioni e per il contesto politico, può avere conseguenze politiche gravi. È un uomo di Tremonti, notoriamente il suo reale braccio destro, delegato a gestire l’immenso potere del super ministro. Al di là del pagamento o meno dell’affitto di casa, la stessa coabitazione romana la dice lunga sui rapporti tra i due, che per amor di patria e timori economici, è considerata, soprattutto dai leghisti una leggerezza, un semplice errore.
Tutti propendono, almeno ufficialmente, a dichiarare che il ministro non sapeva cosa facesse il suo totalmente delegato collaboratore. Non so quali comportamenti siano reati ma al di là della responsabilità penale, vi dovrebbe essere, una responsabilità politica di chi inventa questi personaggi, li fa diventare parlamentari, li mette in posizione di governo e quando combinano guai, non ricorda chi sono o si limita a cambiare casa.
Tremonti ha governato il paese al punto che se ne sentiva limitato lo stesso Berlusconi. Ha fatto cose importanti soprattutto avendo fermezza nella spesa,
difendendo il denaro pubblico dagli attacchi della demagogia spendereccia, delle troppe lobby che infestano il nostro paese. Ha dunque seguito una linea politica che gli dava prestigio e gli stava aprendo un futuro per la Presidenza del Consiglio. Ma possiamo dire che la gestione del potere sia stata esemplare? Il caso Milanese coinvolge un metodo di fare politica di governo, che – a parte gli aspetti più scandalosi – è certamente poco esemplare. I colleghi di Tremonti, quelli che frequentano le sedi internazionali, per molto meno avrebbero dovuto rispondere di queste scelte e comportamenti. La Camera deciderà sull’arresto del parlamentare. Tenuto conto dell’atteggiamento di Bossi e della sua tutela su Berlusconi riteniamo che la maggioranza salverà Milanese, evitando ulteriori grane a Tremonti e al Governo. Ancora una volta avremo una giustizia “politica”, cioè basata sulle convenienze e sulle combinazioni partitiche. Non solo la legge non è uguale per tutti i cittadini, ma nemmeno per quelli speciali, i parlamentari. Papa è in galera, Milanese no, ma non per ragioni giuridiche. Per loro, il giudice vero è stato la Lega, quella stessa Lega che un tempo portava in Aula la corda per impiccare i corrotti. Ora li condanna o li salva, in funzione di lotte interne. Senza scandalo.