Caron dimonio

Crozza direbbe: ritorna l’Italia dei carini. Per abbellire il Popolo delle libertà non bastano le belle fanciulle diventate parlamentari e ministri, naturalmente al solo scopo di ringiovanire la politica. La D’Addario non ce la fece solo perché è un po’ più avanti negli anni rispetto alle preferite. Berlusconi, infatti, si è incontrato con Luca Cordero di Montezemolo e pare lo abbia invitato ad una fusione della sua fondazione “Italia futura” nel PDL e alla candidatura alla Presidenza del Consiglio. Forse aveva dimenticato le sue stesse affermazioni a proposito di Alfano, quando lo indicava e candidava come futuro Presidente. Strano, era la stessa carica! Nella monarchia berlusconiana la designazione del successore fa parte del rituale “costituzionale”: il segretario politico, su proposta reale, viene unanimemente e fragorosamente applaudito, certamente un bagno e una scelta democratica che toccherà anche ad altri designati. Ma ora la situazione è diversa. Montezemolo, infatti, non è, come Alfano, una creatura costruita dal Sovrano, anzi quando lo voleva fare ministro, dopo adeguata riflessione, rifiutò.
Infatti, il bel Luca, una volta, è uno che riflette molto e decide sempre quando è sicuro dell’esito, come molti grandi industriali che fanno le aziende quando sono sicuri, ma proprio sicuri, dei contributi dello Stato e Montezemolo, uomo Fiat, ne sa certamente qualcosa. Sicché la sua “discesa in campo” è ormai una lunga profetizzata attesa, anche per lui stesso. I soldi per fare una bella Fondazione al suo gruppo non mancano, e quella serve per far pensare senza dire troppo, lasciando credere, come ha detto Piepoli alla Sette, che sia una poderosa macchina da guerra, e neppure gioiosa come quella di Occhetto. Certo per lui sarebbe un bel colpo: avremmo subito le ferrovie private, certo utili ai viaggiatori ma soprattutto a lui stesso. Un po’ come le frequenze televisive di un tempo ed altro ancora.
Berlusconi non può che vederlo bene: analoghi conflitti d’interesse, analoghe ricchezze, un sacco di presidenze tutte di lusso, dalla Fiera di Bologna alla Fiat, dalla Nuovo Trasporto Viaggiatori alla Ferrari, dalla Maserati alla Frau, alla Confindustria e altre ancora. Analoghe anche, ci par di capire, le visioni politiche, gli interessi da tutelare e quelli da dichiarare, come certo una immensa sensibilità sociale. Sensibilità! Montezemolo non è uno stupido, tutt’altro; sa bene che quello che Berlusconi gli propone è una mela avvelenata, ormai avvizzita e rimpicciolita, bisognosa di cure e trapianti, non più in grado di alimentare i grandi mangiatori che la rappresentano (non tutti naturalmente) e che peraltro sono pronti a cambiare tipo di frutta. Montezemolo sa però anche che i voti vanno ottenuti con il consenso elettorale, sul territorio grande e diversificato del nostro difficile Paese, e che per il 50% la gente rifiuta di votare e per il 10% vota in spirito di protesta, ma senza uno specifico progetto. Nella crisi generale, anche raccogliendo qualcosa, saranno frazioni del centro destra, già scoppiato al punto che la sua gente non vota o, come a Parma, vota i Grillini che peraltro appaiono essere persone perbene e stimabili dalla gente. L’ipotesi Montezemolo ha pure il difetto di essere vecchia, come tutta la politica italiana. Manca un requisito fondamentale quanto assai raro: la credibilità, che difetta a molta parte della classe dirigente, in maggior misura, nel centrodestra anche perché ha governato fino a ieri e, pur se non tutti per sua colpa, con i risultati che tocchiamo con mano. Tale area sembra ancora non avere capito la situazione, basta vedere gli atteggiamenti parlamentari sulla legge anticorruzione, sul falso in bilancio, sul finanziamento pubblico dei partiti, sulla legge elettorale e via dicendo. In sostanza su tutti i temi più significativi del momento. “Quos Deus vult perdere dementat”. Montezemolo sa bene che Berlusconi non è più il re Mida di un tempo, ma rischia di diventare un “Caron dimonio” dantesco che traghetta le anime all’inferno. Francamente è brutto vederlo in quella veste, che però si è cercata assieme alla sua corte. Per questo il centro-destra è inquieto, incerto, preoccupato.
Gli elettori sembrano dire “cercasi nuova leadership e classe dirigente”. Per trovarla non bastano nemmeno i miliardi.

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2 Responses to "Caron dimonio"

  • Gianni Porzi says:
  • Pietro Di Muccio de Quattro says:
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