Quattro soldi ai partiti

Mi permetto, ovviamente autorizzato, di pubblicare una pagina del libro “Il bel Paese con brutti mali” ed. Acherdo, autore Pietro Di Muccio de Quattro.
Non per manie di antipolitica, ma per far conoscere meglio la vergognosa politica. E per riflettere, riflettere.


La Corte dei Conti ha calcolato che, dal 1994 al 2011, i partiti hanno ricevuto dallo Stato, cioè dai contribuenti, cioè dagl’Italiani e dagli stranieri che pagano le tasse, cioè da tutti noi, la bellezza di due miliardi e duecentocinquantatre milioni di euro.
Avete capito bene e provate a leggere il numero in cifre: 2.253.000.000,00. Poiché l’euro ha confuso il cervello della gente inducendo anche un effetto deflazionistico mentale, è bene sempre tradurre in lire le somme, per avere l’ordine di grandezza a cui siamo abituati da sempre, almeno noi nati molto prima della moneta europea. Ebbene il numero in questione è questo: 4.362.416.310.000, che in lettere suona quattromilatrecento-sessantadue miliardi e quattrocentosedici milioni e trecentodiecimila lire. Questi i soldi incassati. Quanto ai soldi spesi, la stessa Corte dei Conti ha stabilito che ammontano a cinquecentosettantanove milioni di euro, in cifra 579.000.000,00. Convertibile in lire 1.121.100.330.000: millecentoventunomiliardi centomilioni e trecentotrentamila lire. Teniamo per fermo, inoltre, che tali spese sono sicuramente gonfiate, come dimostra l’allegra contabilità venuta alla luce con le ultime vicende giudiziarie, dove risultano a carico del bilancio dei partiti il tornaconto dei sodali, le comodità familiari, gli arricchimenti personali. In buona sostanza, quando i bilanci scrivono cento, vuol dire che per le esigenze politiche hanno speso venticinque. Il resto è andato sappiamo dove. Tuttavia, per comodità di calcolo, fingiamo che tutti i 579 milioni di euro siano stati rigorosamente impiegati per le necessità istituzionali, e verifichiamo quanti soldi contanti, belli li¬quidi, sono rimasti, si fa per dire, nelle casse dei partiti viventi e defunti.
In euro: 2.253.000.000,00 meno 579.000.000,00 uguale 1.674.000.000,00. Un miliardo e seicentosettan-taquattro milioni di euro!
In lire: 4.362.416.310.000 meno 1.121.100.330.000 uguale 3.241.315.980.000. Tremiladuecento-quarantuno miliardi trecentoquindici milioni e novecentottantamila lire!
In qualunque valuta, al lordo e al netto, sono cifre che lasciano sgomenti. Com’è scomparso questo Nilo di denari? Da quale mare è stato inghiottito.
Quali terre ha fertilizzato? Il popolo italiano, se esistesse, dovrebbe ingiungere al Parlamento di astenersi dal legiferare finché un’inchiesta indipendente, effettuata con pieni poteri da un comitato ad hoc, presieduto dal presidente della Cassazione, con il presidente della Corte dei Conti per vice presidente, e composto da generali dei carabinieri e della finanza estratti a sorte, abbia accertato gli utilizzatori finali dell’incasso netto dei partiti e ne abbia ottenuto la restituzione per quanto possibile. In epoca di debiti, né i partiti, né le istituzioni, né gli individui, possono invocare l’oblio su questo autentico sacco dell’erario: chi ha avuto, deve restituire; chi ha dato, deve ricevere.

Tags: , , ,

2 Responses to "Quattro soldi ai partiti"

  • Gianni Porzi says:
  • Alberto Anselmi says:
Leave a Comment

*