Lug
24
Povera Minetti
Nicole Minetti, la bella consigliera regionale della Lombardia, è stata eletta nel listino bloccato del presidente Formigoni, in una posizione quindi che non richiede neppure la campagna elettorale e che dovrebbe appunto essere riservata a personalità di grande impatto tecnico, scientifico, culturale anche se di scarso appeal preferenziale. Sono i bravi sconosciuti o quasi agli elettori ma preziosi per il Paese. La Minetti è stata considerata così, come del resto un esperto di massaggi di provenienza milanista. È la politica di questo ventennio e quei posti in lista li decidono i capi supremi, i capi di partito: in questo caso Berlusconi, Bossi e Formigoni che l’ha accettata.
La Minetti, e non certo per meriti politici, era nella elite del Pdl, doveva collocarsi nella sua parte migliore, anche nell’elezione della più importante regione italiana. Lo sapevano tutti che difettava di meriti politici, così come sapevano che abbondava di meriti estetici, organizzativi, di presenza, e di rappresentanza della “bon vivre” tanto che organizzava e partecipava alle cene eleganti di Arcore, cosa non certo consentita a tanti politici, ma solo politici, pur se seri e preparati, dallo stesso partito.
Per un eccesso di “bon vivre”, si ritrova sotto processo, assieme a Gustavo Selva e allo stesso Berlusconi, per le cene del bunga bunga e corollari vari. Selva è stato dimesso da direttore del Tg4, alla Minetti viene chiesto, non potendo scacciarla dalla istituzione regionale, di dimettersi. Berlusconi annuncia di ripresentarsi per la Presidenza del Consiglio, rinnovato e forte di una significativa epurazione.
Non possiamo immaginare quanto sia vasta la ripulitura del partito che cambierà nome, ancora una volta, forse tornando a quello originario di Forza Italia, suscitatore di tante speranze ed entusiasmi. Così, nel quadro della ricerca di nuova verginità, si chiedono, si vogliono, le dimissioni della bella Nicole. In testa ai richiedenti c’è il segretario Alfano, peraltro anch’esso nominato, e tanti altri politici, dalla Santanchè a Cicchitto, che, poveri, non sapevano che lo stesso metodo aveva promosso agli alti gradi della politica, tante belle e generose fanciulle. Non erano tutte imputabili a Berlusconi, ma molte ai suoi scherani che, giustamente, non erano da meno in amiche, amanti, compagne di provincia. Todos Caballeros!
Del resto grandi doti politiche non erano certo richieste a tanti ometti, sempre pronti a non dire di no. La regola in fondo è la stessa, applicata ai ruoli diversi. Ora vogliono che la Minetti si ritiri e certo non sono così ingenui da pensare che lo faccia gratuitamente, pensando così di far dimenticare la sua presenza. Illusione e ingiustizia, perché la Minetti e tante altre probabilmente, è una eletta incolpevole, quel ruolo le è stato dato , e lei è più sfortunata di altre che non sono state bersagliate dalla magistratura.
Dentro Forza Italia c’erano un sacco di persone perbene, molti parlamentari validissimi, gente di cultura e di esperienza. Ma chi contava erano pochi, fisicamente vicini al trono, e non sempre erano i migliori. Inoltre, in genere, i mediocri si circondano di personaggi che sono loro inferiori e il processo degenera sempre più. Così si è giunti a situazioni che, non fossero drammatiche, sarebbero ridicole.
Non bastano le dimissioni della Minetti, e anche di tante e tanti altri, per salvare, come dice Berlusconi, vent’anni di lavoro per costruire il centro destra in Italia. Non basterà neanche la sua presenza fisica. Il passato, nel bene ma soprattutto nel male, non è cancellabile, qualcuno lo ricorda sempre. Come disse John Kennedy”… Si può ingannare tutti una volta, qualcuno qualche volta, mai tutti per sempre“. Molti esponenti del Pdl dovrebbero ricordarlo, salvo ingannare sé stessi prima ancora che tutti gli altri.