Rieccolo

La meraviglia di molti commentatori ci meraviglia ancora di più. Chi conosce Berlusconi sa che non è uomo di resa, ed ha le risorse, finanziarie e di testa, per sostenere altre battaglie. Le sue precedenti dichiarazioni di abbandono, l’investitura di Alfano con la copertura del suo ruolo presidenziale, la disponibilità, ma condizionata e certo trattata, nei riguardi di Monti, e i suoi interventi, già ci dicevano che l’uomo non intendeva tornare nell’ombra, posto che per lui si possa parlare di ombra.
I sondaggi, certamente seri, della sondaggista Ghisleri, che sono il suo principale alimento, ora gli dicono che il Pdl è agli sgoccioli (tra il 10 e il 13%) e che la sua classe dirigente respinge anche i più affezionati tra i delusi della grande speranza. Ma, dicono anche che Berlusconi avrebbe ancora, su quell’elettorato, un suo personal appeal, un bacino elettorale che potrebbe dare un altro 10%. Ma ci vuole lui, fisicamente impegnato e presente. Una parte d’italiani sentirebbe ancora il fascino della sua parola, delle promesse, delle fantastiche illusioni.
“Berlusconi for ever”, come il titolo del film che la 7 ha riproposto per “celebrarne” il rientro. Montanelli, se fosse vivo, direbbe che le dichiarazioni fatte sull’abbandono della politica, sono state la sua ultima bugia. Noi, pensiamo che sia solo la più recente.
Berlusconi è un personaggio che unisce in sé tutti gli elementi per farsi amare e odiare: è guascone, simpatico, intelligente, vede le cose in grande, è ricchissimo e sa essere generoso, soprattutto è “il più grande piazzista del mondo”. (Montanelli), che sa vendere di tutto, ma soprattutto assai bene se stesso, il suo ruolo, le sue idee, i suoi prodotti.
Per questo un suo ritorno è considerato fondamentale da chi, senza di lui, non sopravvivrebbe a un confronto politico e da chi, con lui, riavrebbe contenuti (vecchi ma forse ancor validi), alla propria esistenza ed esigenza di alternativa.
Ma, Berlusconi vuole tornare a Palazzo Chigi? Siamo certi che considera questo evento, impossibile. L’uomo è abile, furbo, è un commerciante nato, sente bene gli umori della gente e sa che, anche cambiando la sua squadra, deve combattere contro un nemico difficile e complesso: la disillusione, basata su un  dejà vu di promesse non mantenute, di entusiasmi venuti meno, di belle idee restate tali, di patti firmati in tv e la rimasti. Il tutto, in una situazione di dramma politico, economico e sociale del Paese.
“Non è tutta colpa sua” dicono i suoi corifei”. No, ma in larga parte lo è, sua e dei suoi potenti consiglieri.
Proprio per questo viene inscenato un clamoroso rientro, ma dietro ad una strategia di attacco, c’è una tattica di difesa, di mantenimento del potere, non più per decidere, ma per condizionare le altrui decisioni.
Ecco perché non ci saranno vere riforme, né sulla legge elettorale, né sul finanziamento dei partiti, né sulla riduzione dei parlamentari e dei costi della politica. Sulla riduzione della spesa pubblica si lascerà Monti, con molte dichiarazioni di sostegno, da solo a scottarsi le mani.
Berlusconi ha paura che il Pdl affondi su un 10% che può risultare ininfluente. Gli serve un 25% per essere determinante, per tutelare i propri interessi politici e personali, per contare (come adesso) sulle scelte fondamentali, sulle nomine, sul potere.
In un paese dove la politica è stata ovunque sostituita dal potere, le idee dai commerci, il sociale dagli egoismi, gli ideali da false comunicazioni e mascherati interessi, quel che conta, e che rimane, è il potere, che diventa il garante del Dio denaro, per le oligarchie del potere stesso.
Berlusconi e i suoi più intimi, conoscono bene questi meccanismi, e sanno anche che non saranno i grilli parlanti a prevalere, che molti non voteranno, altri protesteranno con Grillo, ma la maggioranza si dividerà, rassegnata, alle situazioni che verranno da molti proposte, da Vendola a Storace. In questo stato di cose per il nostro Paese, il ritorno di Berlusconi non cambia granché, anche con minor consenso potrà conservargli ancora una bella fetta di potere, come del resto avverrà per gli altri partiti e partitelli. A meno che, provvidenzialmente, non sorga un altro leader, o un Monti più deciso a governare. Ma su quei fronti non vediamo granché: c’è solo molta nebbia.

3 Responses to "Rieccolo"

  • alessandro lanteri says:
  • Gianni Porzi says:
  • Claudio Maffei says:
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