La meraviglia… di Fabrizio Paganella

Caro Aventino, allego un intervento che mi è stato ispirato da quello, piuttosto incredibile, del presidente Anci al quale hai risposto da par Tuo.

Desta sempre meraviglia come l’uomo preferisca di gran lunga ingannarsi e travisare la realtà piuttosto che riconoscere i propri errori; quelli di valutazione, i più personali, sono anche i più difficili da ammettere e quanto più l’errore è stato madornale ed unanime e plateale la sua denuncia, tanto più si arrocca in giustificazioni che non giustificano, in alambicchi verbali che mortificano buon senso e intelligenza anziché liberarli. Da quando in qua non si imputa come responsabilità principale di chi governa il non saper scegliere i propri collaboratori? Ed in special modo se la selezione è autocratica, lontana da qualsiasi congresso o assise, insofferente ai bilanciamenti e ai conflitti di interessi che sono, anzi,  riguardati, tutti, come un impaccio e un freno all’efficienza.
Che diamine, uno solo deve parlare e decidere! Questa è la nuova, moderna (nuova, moderna?) democrazia: quella dell’azienda padronale, anche se ci si dimentica che le aziende che producono meglio sono quelle lambite dal Reno dove c’è un capitalismo ben diverso.
Molti italiani rimangono contagiati dal mito dell’uomo solo al comando che è sempre più grande e importante del Paese e dei cittadini che governa i quali, anzi, non lo meriterebbero neppure.
Per molti italiani Mussolini rimase un grande statista con l’unico difetto che si circondò di fascisti!
Vogliamo qualche esempio a caso di senso di responsabilità di veri uomini di stato rispettosi delle istituzioni e del popolo? Il primo ministro inglese Harold Macmillan si dimise nel 1963, un mese dopo che venne depositata nel suo parlamento una relazione che incolpava un sottosegretario del suo governo, Jhon Profumo, per uno scandalo che impallidisce a fronte di quelli a cui il governo Berlusconi ci ha abituati. Il cancelliere Willy Brandt si dimise nel 1974, dopo che i suoi servizi segreti scoprirono che il capo della sua segreteria particolare era un agente della DDR eppure quell’errore di valutazione su Guillame lo commise tutto il suo partito, la SPD, che lo accolse e lo promosse a dirigente di vertice.
Vogliamo fare dei paragoni? No, risparmiamoci questa ulteriore sofferenza, però, quando i sogni si trasformano in incubi, riconosciamolo e svegliamoci!
Fabrizio Paganella

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