Il Pungitopo

Ostriche e porcelli

L’idea più chiara di un mercato senza regole è oggi rappresentata da un souk arabo. Si tratta, si contratta, i prezzi vanno su e giù, in una lingua, come quella araba, a nuovi incomprensibile.
Anche noi abbiamo i nostri suk, il più noto è in centro a Roma, a Montecitorio. In questo periodo il prodotto in trattativa è la legge elettorale, disdegnata dagli arabi perché trattasi del porcello, amata dai leghisti che l’hanno inventata con Calderoli che, forte dell’esperienza, propone ora, al suk, le sue ipotesi di modifica, normalmente peggiorativa. Si tratta di una trattativa più finta che vera, dove si gioca sulla pelle dello stupido elettore per modificare il suo voto come vogliono i mercanti del suk.
Dopo tante finte grida, falsi litigi, descrizioni del nuovo porcello, improvvisamente, come per intervento divino, troveranno l’accordo, quello che c’era già. Come nella veste contadine il porcello verrà truccato, qualche nastro colorato, del verde aromatico per evitare la puzza, il fumo per nascondere il delitto.
 Noi dovremo berla, come vogliono loro e salveremo i loro poteri, le porcherie, anzi le porcellerie.
Così si mutano i termini del problema: loro ci lasciano il porcello e pranzano ad ostriche e noi, col fumo giornalistico e televisivo, ci accorgeremo che le bestie siamo noi, tutti, anche quelli che credevano di capirci qualcosa.
Ci resta la consolazione di avere dei politici così raffinati da farci tutti fessi. Apparentemente solo per un porcello.

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